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Anche se sognavo di diventare pilota di caccia, la vita militare con le sue ferree regole non è compatibile con la struttura del mio cervello.
A 17 anni, come prevedeva il bando, mi sono candidato per l'ammissione all'Accademia Aeronautica di Pozzuoli.
Una piacevole esperienza dalle visite a Capodichino e finita in Accademia per le prove psicoattitudinali, di matematica e di cultura.
Purtroppo al primo tentativo ho avuto uno spiacevole contraddittorio con il Generale/Docente in merito ad un suo errore su un tema di "insiemi". L'esame si è completato negativamente per la raffica di domande sulla Trigonometria, che, provenendo dal Ragioneria che non la prevede, sarcasticamente mi disse: "passiamo alla trigonometria che studiate bene ai ragioneria".
Al secondo tentativo, superando tutte le selezioni, avvia il percorso di prova, nella qualità di "Allievo Ufficiale". Un periodo in cui compresi che non avrei potuto sostenere a lungo, anche per il sogno di pilotare i caccia e l'eccellente cucina, era quella per i Generali. Sul tema cucina, in realtà non si riusciva a mangiare nei tempi a disposizione ed usando correttamente le decine di posate previste dal più ferreo galateo.
Comunque, l'ultima giornata fu divertentissima, avendo atteso il superamento dell'orario di dimissione, mi sono vendicato come meglio potevo, non rispettando le tempistiche ed aiutando i colleghi a smaltire le posate in esubero.
Probabilmente avrei sopportato se non avessi già acquisito libertà ed autonomia con i lavori che svolgevo nel settore informatico, in quanto le regole e pressioni erano sicuramente inferiori a quelle che imponeva mio padre prima della scoperta dell'informatica.
La successiva esperienze, dopo la laurea in Scienze dell'Informazione è cominciata al CAR (Centro Addestramento Reclute) di Barletta.
Un'esperienza simpatica a cominciare dal ritardato accesso, dovuto ad un impegno con Siemens a La Thuile. Il maggiore, addetto al vestiario era in ferie dopo l'accesso della totalità delle nuove reclute (tranne me). In borghese non potevo partecipare alle attività ordinarie, quali le marce e l'alza bandiera, permettendomi di svegliarmi con calma e recarmi in Fureria (ufficio organizzativo della caserma) ed offrendomi per aiutarli nell'organizzazione. Grazie alle mie capacità la fureria fu affidata a me, anche dopo aver ricevuto la divisa, in cui ricevevo raccomandazioni di ogni genere per spostare reclute a cui avevo affidato le varie "curvè" (cucine, bagni, ecc.).
Avevo permessi per gestire la start-up già operativa, garantendo la perfetta efficienza della Caserma.
Al termine del CAR, in Capitano mi propose la massima libertà se fossi rimasto a Barletta.
Preferii trasferirmi a Foggia, ove aveva sede la Start-up, anche per evitare il giornaliero pendolare di oltre 40km, anche in relazione alla "presentazione di uno dei mei Mentori (Alberto Chieffi presidente dell'Aeroclub di Foggia). Purtroppo, Alberto riteneva il Comandante della Caserma di Artiglieria di Foggia un amico, che invece aveva un vecchissimo risentimento nei suoi confronti e non vedeva l'ora di potersi vendicare, e qual occasione migliore che un suo quasi figlio.
Uno dei miei amici, che conobbi in quanto sott'ufficiale in quella caserma (Fabio Spilotros) ne è testimone di quanto avvenne.
Un periodo impossibile, mitigato solo dalle buone relazioni create con gli ufficiali e sott'ufficiali, che mi misero a disposizione i loro spazi per incontrare i miei collaboratori, in quanto il Comandante mi impediva ogni uscita. Probabilmente non si è mai vista una così veloce escursione della carriera. La caserma era di Artiglieria Pesante, cioè obici, anche se lasciati dagli americani negli anni '50. Tanto vecchi che si smontavano con le dita ed al campo, a cui non partecipai, ne approntarono solo uno, comandato dallo stesso Comandante e dagli ufficiali, che colpì un casolare disabitato a ben 40km dall'obiettivo, causando la chiusura dell'intera caserma, già punitiva a causa del furto di una delle due bandiere.
Tornando alla mia carriera, cominciavo la mattina come servente al pezzo (coloro che spostano l'obice e caricano le bombe), a puntatore a capo pezzo, per le riconosciute capacità, per ritornare servente al pezzo a causa di ordini del Comandante.
Comunque nel tempo trascorso, grazie anche alle relazioni che avevo costruito, è stato un periodo simpatico (complesso solo per il lavoro) fino all'anticipato congedo organizzato con Alberto Chieffi ed il Suo amico Roberto Pucillo (mio cliente informatico per la società Alidaunia - voli Foggia Isole Tremiti).
In seguito con le forze armate il rapporto è stato solo di fornitura, dagli enormi Gruppi di Continuità per l'Aeroporto di Amendola, che garantiva la continuità operativa dei radar, ai sistemi informatici della postazione radar della Foresta Umbra.
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